Il nostro viaggio in Olanda: Giethoorn tra bellezza e solidarietà

11 Ago 2025

Ho già annunciato sui social della nostra esperienza a Giethoorn, la Venezia dell’Olanda, patrimonio Unesco, ovvero della disponibilità di camperisti Olandesi, Geert e Seth che appena ho avuto una difficoltà allo scooter “D’Artagnan” mi hanno aiutato ed insieme abbiamo risolto il problema. Questo ha reso ancor di più indimenticabile la nostra tappa a Giethoorn…

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La nostra esperienza a Giethoorn
La destinazione delle vacanze del 2025 è L’isola di Texel, il punto più alto dell’Olanda nel mar del Nord ( e Mar de Wadden), ma complice la voglia di fare un Turismo Slow ( e l’età che avanza ah ah ah!!!)  siamo ri-tornati a Giethoorn. Ci siamo piazzati al Mini camp Onder de Hee Remburg  circa 15 posti gestito da Hannie. Una volta posizionati scarichiamo “D’Artagnan” il mio scooter e mi accorgo subito di un problema: il “moschettiere” non voleva saperne di partire per un problema all’accensione. Crisi!!! Nel frattempo noto che due signori, Geert e Seth si avvicinano ed in olandese prima e Inglese dopo, cercano di aiutarmi. Niente da fare: la batteria è partita. Siamo a venerdi e dal giorno successivo i negozi “reali” sono chiusi” per ferie. Ebbene i due in men che non si dica, mi invitano ad andar con loro a cercare il negozio più vicino. Prendo il modello di “D’Artagnan” – SH 300 e battery 12 A da inserire nel case sottopedana. Ne proviamo 4 ma non hanno quel modello ed il quinto ha un modello più alto di 1 cm. In lingua umana accetto la soluzione e dopo circa 3 ore ritorniamo al camp, montiamo insieme e via. Un caffè ed un pò di risate sedimentano i contatti. Il giorno dopo siam pronti per la visita alla cittadina. Cosa dire di questa esperienza. A chi dice che i popoli del Nord sono “freddi” dico che non è affatto vero, anzi!. Il mio grazie di cuore a Geert e Seth, che con le loro mogli Paulie e Loes, mi hanno dedicato Tempo, sebbene in ferie! Grazie

Giethoorn, la Venezia dei Paesi Bassi: un’oasi di pace e biodiversità

Con D’Artagnan con la nuova batteria arriviamo a Giethoorn. Il paesino, un incantevole villaggio nel cuore dell’Overijssel, nei Paesi Bassi, è un luogo magico che sembra sospeso nel tempo. Conosciuto come la “Venezia dei Paesi Bassi”, si distingue per la sua unicità: non ci sono strade, ma solo canali, e il principale mezzo di trasporto sono le barche. Questa caratteristica, insieme alla sua straordinaria biodiversità, ha valso al villaggio il riconoscimento da parte dell’UNESCO come sito di interesse per la sua ricchezza naturale.( e chi mi segue sa che sono sempre alla ricerca di Patrimoni Unesco!) . La vita a Giethoorn è strettamente legata all’acqua e alla natura circostante. Il villaggio è immerso nel Parco Nazionale Weerribben-Wieden, un’area umida di torbiera che ospita una varietà incredibile di flora e fauna. Qui, i canali non sono solo vie di comunicazione, ma anche l’habitat di numerose specie di uccelli, pesci e piante acquatiche. La tutela di questo ecosistema è una priorità per la comunità locale, che ha saputo preservare un equilibrio perfetto tra l’insediamento umano e la natura selvaggia.

Il Museo Het Olde Maat Uus
Non potevamo perderci il Museo della cultura locale e quindi abbiamo fatto tappa al  museo Het Olde Maat Uus, che offre uno spaccato autentico della vita nel villaggio nel corso dei secoli. Questo museo, allestito in un’antica fattoria, ripercorre la storia e le tradizioni della comunità locale. È possibile ammirare gli arredi originali, gli attrezzi da lavoro, e scoprire le abitudini e le sfide che i residenti hanno affrontato per vivere in un ambiente così particolare. Abbiamo visitato le varie stanze con particolar riferimento alle camere di letto. Ci hanno colpito i letti “incassati” in armadi di dimensioni estremamente piccole. La riflessione: gli olandesi, che per me sono tutti alti ( e belli/e!!!) come facevano a dormire li dentro?. E poi le altre sale di vita semplice, contadina. In queste case con i tetti di paglia c’era comunque tutto. Nel museo abbiamo visto anche un piccolo mulino ad acqua . Segno anche dell’ingegno di questi cittadini. Ingegno che hanno messo anche nello spostarsi su canali attraverso i “punter”, imbarcazioni a fondo piatto spinte con un lungo bastone, o su piccole barche elettriche che non inquinano e non disturbano la quiete del luogo. Questa scelta di mobilità sostenibile non è solo una tradizione, ma una necessità per preservare la tranquillità e l’integrità del villaggio, che nonostante i numerosi visitatori, resta legato alla propria storia.

Il Tour in Barca
Dopo il museo altra tappa: il Tour dei canali. Abbiamo scelto una barca con timoniere/guida anziché la barca individuale.  E visto il traffico dato dai turisti( e qualcuno ubriaco!) la scelta è stata vincente. Grazie alla guida che parlava in inglese, abbiamo confermato tutto quello visto al Museo , ma questa volta più vissuto. Infatti il giovane timoniere ci ha raccontato si della storia di Giethoorn che risale al 1220, ma soprattutto della sua esperienza di giovane e che grazie a questa situazione favorevole ha permesso a parecchi coetanei di avere un futuro nel loro villaggio!
Hans , nome di fantasia, ci ha elencato i luoghi istituzionali, i vari canali, la loro costruzione avvenuta tutta manualmente, e ci ha portato e raccontato anche del lago da dove i canali acquisiscono l’acqua. E un altro aneddoto ci ha colpito: sull’isola stanno facendo un’esperienza di “disintossicazione” da social!(esasperata!!!)  E mi sembra che funzioni!. Dovremmo provare anche da Noi! E poi, parlando di aneddoti, pranzo al ristorante, dove abbiamo conosciuto una cameriera amante dell’Italia , della Toscana che ci ha trattato molto ma molto bene!!!